Giorno del Ringraziamento

Quante volte nei film abbiamo visto scene relative al Thanksgiving Day? Questo è il Giorno del Ringraziamento o, più semplicemente, il Ringraziamento: una giornata di grande importanza per il popolo americano e i suoi festeggiamenti hanno origini antichissime.

Ma di cosa si tratta esattamente? La maggior parte di noi sa più o meno cosa sia, ma ti sei mai chiesto cosa significhi per gli americani con esattezza e quale sia il vero motivo di questa festa?

Noi sì, e in seguito proviamo a rispondere alle domande più comuni legate a questo giorno, che personalmente troviamo alquanto interessante!

 

Giorno del Ringraziamento: origini della tradizione del rendere grazie

Il Giorno del Ringraziamento è una delle tradizioni più sentite nel Nordamerica e, come molte tradizioni, è nata parecchi anni fa.

L’origine della festa risale alla prima metà del XVII secolo, con esattezza nel 1621. In questo anno, dopo due mesi di navigazione, i Padri Pellegrini giungono nell’odierno stato del Massachussetts, a Plymouth, con la famosa la nave mercantile “Mayflower”.

Ad un periodo di raccolto scarso e di difficile coltivazione ne segue uno florido in cui, grazie soprattutto ai nativi, i coloni imparano quali prodotti coltivare e quali animali allevare, nello specifico granoturco e tacchini.

È proprio in questa occasione che i Padri Pellegrini danno inizio a quella che sarà una tradizione secolare americana.

Le prime fonti scritte della ricorrenza risalgono però a tre anni più tardi, quando nel 1623 il governatore della colonia fondata a Plymouth, William Bradford, istituisce una giornata in cui tutti i membri della comunità rendono grazie a Dio per tutte le sue benedizioni.

Famose sono le sue parole:
Tutti voi Pellegrini, con le vostre mogli e i vostri piccoli, radunatevi alla Casa delle Assemblee, sulla collina… per ascoltare lì il pastore e rendere Grazie a Dio Onnipotente per tutte le sue benedizioni.”

Lo sapevi che la festa del Ringraziamento nasce come festa cristiana?
Poi in realtà negli anni perde la connotazione cristiana, e assume invece valenza civica. Stiamo parlando del 1863, quando Abramo Lincoln, nel mezzo della Guerra di Secessione, proclama la celebrazione del Giorno del Ringraziamento.

La consacrazione definitiva del “Thanksgiving day” però risale alla metà del XX secolo, quando Franklin Delano Roosevelt, l’allora Presidente degli Stati Uniti, propone l’istituzione ufficiale di questo giorno di festa, il quale viene approvato dal Congresso nel 1941.

 

Giorno del Ringraziamento: quando si festeggia la ricorrenza e perché

Il Giorno del Ringraziamento negli Stati Uniti d’America viene festeggiato il quarto o ultimo giovedì di novembre, mentre in Canada il secondo lunedì di ottobre.

Oggi tale ricorrenza è diventata l’occasione, per ogni famiglia statunitense e canadese, per riunirsi e ringraziare per ciò che si ha nonostante le difficoltà, soprattutto i propri affetti per la vicinanza durante l’anno trascorso.

La tradizione vuole inoltre che questa festa si celebri rigorosamente a casa e non al ristorante.

 

Il menù del Thanksgiving Day: il tacchino ne è il protagonista indiscusso

Ogni festa tradizionale ha il proprio menù ricorrente, e il Ringraziamento non è di certo da meno!

Ogni famiglia infatti per l’occasione prepara il classico e intramontabile tacchino ripieno, che viene servito insieme a patate dolci, salsa di mirtilli, salsa gravy e torta di zucca.

P.s.: la salsa gravy è una salsa composta dal fondo di cottura della carne, addensata grazie alla farina e aromatizzata con alcune erbe o spezie.

Il tacchino è, purtroppo o per fortuna (dipende se dal punto di vista del tacchino o dei commensali), il re della tavola; infatti viene sempre posto al centro, anche perché date le dimensioni ingombranti, sarebbe difficile dargli un’altra collocazione.

Ci sono infinite ricette per preparare il tacchino del Ringraziamento e ogni famiglia americana che si rispetti ha i propri trucchi segreti.

La preparazione tradizionale del tacchino ripieno, come insegnano i migliori film e le più note serie tv americane, non è per nulla facile, ne tantomeno breve. Il ripieno è quello che viene definito “il segreto di famiglia” perché, come ti abbiamo detto prima, ogni famiglia ha la sua personale interpretazione.

C’è però un ingrediente must have del tacchino ripieno; la castagna bollita.
Una variante prevede che le castagne vengano assemblate insieme alle mele, alla salsiccia e a una dose generosa di cipolle, il tutto condito con abbondanti dosi di burro.

Altre ancora prevedono il solo utilizzo del petto o del cosciotto, cotti arrosto insieme a erbe aromatiche come rosmarino, timo e salvia e serviti con patate al forno o con un tortino gratinato al forno a base di patate e panna (una vera delizia).

Per cuocere un tacchino intero ci si mette un minimo di 5 ore e non bisogna mai perdere di vista il tacchino nel forno per non rischiare di bruciarlo, ma nemmeno di servirlo crudo. Per non parlare del fatto che va estratto e reinserito nel forno più volte e che occorre cambiare la temperatura durante la cottura.

Detto questo, non volevamo scoraggiarti se vorrai cimentarti nella famigerata preparazione, stiamo solo giustificando i personaggi dei film che impazziscono mentre preparano questo piatto!

 

Tacchino: abbinamenti

Il cosciotto di tacchino al forno, accompagnato da un tortino di patate gratinato, ti consigliamo di abbinarlo ad una birra ambrata, avvolgente, con note di affumicato, in linea con le temperature esterne che si fanno via via sempre più fredde.

Se sei un amante del vino invece puoi veramente sbizzarrirti con diversi abbinamenti; un vino rosso a base di Cabernet, Merlot e Petit Verdot tipico della Maremma oppure di Bordeaux. O ancora un Ripasso della Valpolicella, una Barbera d’Alba o uno Schioppettino del Friuli.

Se invece vuoi stare sui vini bianchi il nostro consiglio cade, inevitabilmente, sui bianchi di Borgogna dei comuni di Puligy-Montrachet o Meursault, magari che abbiano 5-6 anni sulle spalle, così da esprimere al massimo i loro sentori di burro, crema pasticciera e frutta esotica matura.

 

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